L’arte del dubbio. Uno studio controcorrente alla ricerca degli incerti confini del sovraffollamento carcerario

Cosa intendiamo quando parliamo di sovraffollamento nelle carceri? Sono attendibili le statistiche secondo cui l’Italia sarebbe il fanalino di coda in Europa per tasso di sovrappopolazione detentiva? Quali sono i parametri in base ai quali va calcolata la capienza degli istituti penitenziari? Il sistema carcerario italiano, rispetto alla popolazione del nostro Paese, dispone di un numero contenuto di posti oppure ospita un elevato numero di detenuti? Davvero, come sostengono le Sezioni Unite (1), la Corte EDU (2) ha stabilito che la superficie disponibile all’interno delle camere di pernottamento va calcolata detraendo lo spazio occupato da alcuni arredi (come letti e armadietti)?

Da questi e altri interrogativi, prende spunto il volume Sovraffollamento e crisi del sistema penitenziario. Un problema “irrisolvibile” di A. Albano, A. Lorenzetti e F. Picozzi, edito da Giappichelli (2021), che, attraverso un’ampia ricostruzione dell’evoluzione del fenomeno, pratica quell’arte del dubbio che dà il titolo a un noto romanzo di Gianrico Carofiglio. Lo studio pone infatti in discussione talune descrizioni della eccessiva presenza della popolazione reclusa spesso accompagnate da sterile enfasi, mirando a chiarirne contenuti e nozioni, ma anche proponendo alcune soluzioni in dialogo diretto con le contemporanee proposte di riforma del sistema penitenziario

La ricostruzione delle varie tappe della crisi del sistema carcerario italiano emerge attraverso le statistiche su capienze e presenze degli ultimi 30 anni, la cui analisi mette in luce le probabili ragioni di improvvisi innalzamenti e diminuzioni della popolazione ristretta, ad esempio, quale esito delle numerose riforme legislative e amministrative, avviate a seguito delle condanne di Strasburgo nei casi Sulejmanovic (2009) (3) e Torreggiani (2013) (4), e riconosciute dal Consiglio d’Europa come risultati positivi dell’Italia. L’evoluzione della alluvionale giurisprudenza interna sul punto mette peraltro in luce i vistosi fraintendimenti delle posizioni della Corte EDU, in cui è incorso da ultimo anche il giudice di legittimità in una recente pronuncia resa a Sezioni Unite proprio in ragione dei contrasti interpretativi emersi negli anni. 

Nel mettere in luce quelli che gli autori definiscono come “incerti confini” del sovraffollamento carcerario, in ragione dei significati assai differenti che esso può assumere a seconda dei parametri di riferimento, il volume non nega però il problema, mettendo in evidenza come l’eccessivo schiacciamento dell’attenzione – mediatica e giuridica – su tale aspetto della vita penitenziaria rischia di offuscare altri e non meno gravi problemi. Si pensi alla compressione dei diritti e delle libertà costituzionalmente presidiate, e in specie ai diritti sociali (scuola, lavoro, salute) della persona reclusa, la cui limitazione va ben oltre i binari tracciati dalla copiosa giurisprudenza costituzionale sul punto intervenuta.

Lo studio propone così di osservare il sovraffollamento carcerario come fenomeno complesso, assumendolo quale lente focale sia per valutare la lesione dei diritti umani della persona detenuta, sia per il suo effetto sulla forma di Stato, dunque sul rapporto persona-autorità, e circa l’ampiezza della discrezionalità del legislatore di perseguire un indirizzo politico in tema di espiazione.

I risultati cui giunge il volume si discostano non poco dalle posizioni della dottrina dominante, consentendo di rilevare quegli impliciti e quelle sovrastrutture (spesso ideologiche) che grande peso hanno nel dibattito sul tema, impedendo una lettura chiara di un problema asseritamente ma non correttamente inteso come “irrisolvibile”. 

Esito di un dialogo fra autori di differenti competenze e sensibilità culturali, il volume è accompagnato da alcuni importanti scritti di Riccardo Turrini Vita (Direttore Generale della Formazione del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria: Prefazione); Barbara Pezzini (Professoressa ordinaria di Diritto costituzionale nell’Università di Bergamo: Premessa), chiudendosi con la Postfazione di Mauro Palma (Garante nazionale delle persone private della libertà).

Rita Pescatore

Dottoranda in Business & Law

Università degli Studi di Bergamo


(1) C. cass., SS.UU., sent. 24 settembre 2020 (dep. 19 febbraio 2021), n. 6551.

(2) Ex multii, Corte EDU, G.C., 20 ottobre 2016, Muršić c. Croazia, 7334/13.

(3) Corte EDU, Sez. II, sent. 16 luglio 2009, Sulejmanovic c. Italia, n. 22635/03.

(4) Corte EDU, Sez. II, sent. 8 gennaio 2013, Torreggiani e altri c. Italia, nn. 43517/09, 55400/09, 46882/09, 55400/09, 57875/09, 61535/09, 35315/10 e 37818/10.

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